Una storia di vela salentina

 

QUANDO LE BARCHE LE VARAVAMO DALLE FINESTRE

 

Porto Cesareo, estate 1966

 

flyingIl primo problema da risolvere è se affrontare il tema con velleità tecnico-scientifiche o di racconto “giocoso”. Opto per la seconda strada.

Avete idea di cosa sia una “folgorazione” del tipo di quella fatidica sulla via di Damasco? Bene, per noi, e chiarirò di seguito chi siamo “noi”, è stato un Flying Dutchman Alpa nuovo e sfavillante, di colore bianco e celeste, disteso sulla sabbia candida della spiaggia della “Cambusa”. Damiano lo voleva armare e mettere in mare e attorno a lui un gruppo di piccoli indigeni incantati e interessati: Mimmo (anni 12), Guido (anni 10), Sandro (anni 8) e Paolo (anni 6).

Cominciò così il primo braccio di ferro con Rosa e Pierluigi, Nino e Ada – nostri genitori – per “provare” quello che per noi sembrava un vero e proprio UFO. Ci riuscimmo e fu la fine. Smettemmo di passare le giornate a fare le battaglie di sabbia su piccoli natanti o le gare con improbabili modellini (già a vela) – dove Sandro appariva inarrivabile – o la pesca con le mani, con Paolo imbattibile. Neppure più ci interessava fare le capanne di canne sulle dune o nascondigli e cunicoli sotterranei dove mettevamo di tutto comprese rudimentali armi molto pericolose e taglienti. Questo nostro nuovo grandissimo interesse non poté non coinvolgere altri nostri amici – vicini di casa di vacanza – già compagni di acerrime lunghissime partite di calcio tipo NOI CONTRO VOI. Penso a Nicola, Efrem, Giuseppe, Antonio, Luigi (Zio Pico) e Alberto. Dico subito che Alberto è stato messo in croce perché considerato “barese” ma guai a chi mette in discussione il fatto che lui è “nato” con noi e quindi era e resta uno dei migliori dei “NOSTRI”. E poi come scordare Raffaele, Emanuele o i “vecchi” Sandro (Dottore Negro), Mario Petito e Mario Palma?

Ma veniamo a noi ed alle nostre vere vittime, i genitori: Rosa e Pierluigi Indellicati, Nino e Ada Montefusco, Memmo e Marisella Miglietta, Antonio e Rosa La Tegola, Mario e Giulia De Raho. Costretti a comprarci le prime scalcinate barche usate al Cantiere Cima di Anagni e successivo trasporto su camion movimento terra; ad occuparsi di concessioni demaniali per far nascere il più insignificante dei circoli: IL CIRCOLO NAUTICO L’APPRODO DI PORTO CESAREO.

E le mamme? TUTTE ottime cuoche e molto apprensive. Vogliamo parlarne? Non potete immaginare cosa avete perduto se non avete mai mangiato le focacce di mia madre o la pasta alla puttanesca o quella rustica. Diciamo che vestiti “male” facevamo in estate 6/7 ore di barca al giorno? Che ci cimentavamo con barche diverse (FJ, Strale e poi Laser 470 e Finn) in estenuanti boline/poppe/boline/ laschi/laschi e “a chi arriva prima… al gavitello della barca ormeggiata… l’ultimo paga! Avete idea di cosa sia lo slalom per mezz’ora o più tra i gavitelli? Avete idea di cosa sia bolinare o andare di poppa con lo scirocco a 14 m/s e onda formata che frange all’imboccatura della baia del Circolo e vedere star su Efrem (prima con il Finn e poi con il Laser) o Sandro o Alberto con gli spi   su fino quasi ad arrivare sul bagnasciuga? Avete idea di fare questo anche gli anni successivi d’estate e di inverno? Avete idea cosa sia andare a Porto Cesareo dai paesi dove abitavamo abitualmente anche in bicicletta pur di uscire in barca? Avete idea di cosa si provi scuffiando in inverno vestiti come eravamo vestiti noi? Avete idea di quanta fatica abbiamo fatto in inverno quando tiravamo fuori le barche dalle finestre di casa per fare prima? Avete idea di quanti secchi d’acqua abbiamo trasportato sulla spiaggia come muli per lavare le barche dopo essere usciti con tutte le condizioni possibili?

Penso che in quel lembo di spiaggia abbiamo passato tra i più bei giorni della nostra vita, liberi come puledri giovani e felici e forti come il marmo…

Allora così facendo si fanno 3 Olimpiadi o si va su Luna Rossa o si vincono decine di titoli Nazionali ed Internazionali come Sandro e Paolo Montefusco hanno fatto e continuano a fare?

Ma poi c’era e c’è Alberto La Tegola nel cui palmares ci sono tantissimi successi su FJ, 470, FD, Tornado, Star e Altura dove più volte è salito sul podio in importantissime gare nazionali ed internazionali.

Né posso certo scordare Efrem e Giuseppe Miglietta, il primo vice campione juniores Finn e ottimo laserista a livello nazionale con numerosi buoni piazzamenti al suo attivo; il secondo – detto “Ebbe”- tuttora in grande attività, può contare al suo attivo un titolo juniores FJ, un titolo italiano J24, un titolo italiano Bénéteau 25 oltre, a mia memoria, un 2° posto al mondiale J24 in Sardegna, solo per citare alcuni dei risultati più significativi.

Avete idea di quanto sia bello in una nazionale Laser a Porto Cesareo fare i primi quattro posti NOI (1° Efrem Miglietta, 2° Emanuele Corsini, 3° Giuseppe Miglietta e 4° io) ? Quindi non eravamo rimasti solo noi, ossia quelli della prima folgorazione…

Piano piano il Circolo è cresciuto e le uscite spartane si sono infoltite. Voglio ricordare due altri ottimi laseristi: Emanuele Corsini (ora su UFO 22) e Raffaele Filotico: soprattutto a quest’ultimo mi legano ricordi straordinari come la mitica trasferta di Torbole del 1976 e successivo Campionato Italiano Laser (14° lui, 7° io… che esordio!).

Ma poi c’erano anche i fratelli De Raho (splendidi amici e appassionati velisti), Nicola Madonna che è stato il mio primo prodiere di Strale, fratello di Laura, mia moglie; Sandro Negro e Mario Palma, che –non più verdissimi- abbiamo coinvolto nel Laser “appassionatamente”, come Sandro Montefusco ha fatto con Mario Petito sul 470. Anche a lui mi lega il ricordo di una bellissima regata a Taranto dove facemmo inaspettatamente 2°.

Vorrei poi ricordare un’altra “pietra miliare” per tutti noi: Don Franco Arditi, grande Signore e vero amico.

Ho dimenticato qualcuno? Quando si pensa ai Montefusco ci scordiamo che sono 4: Guido, Sandro, Paolo e Ines.

Anche di Ines sappiamo tutto, peraltro è giovane e “all’epoca dei fatti” non era ANCORA NATA. Ma Guido? Sapete che è stato un ottimo surfer e una buona forchetta? Se non vi siete ancora seccati e visto che mi sono immolato nel racconto, vorrei consentirmi una piccola auto-celebrazione visto che anch’io ho vinto 5 nazionali Laser e ho ottenuto buoni piazzamenti agli italiani di questa classe (2 volte 3°, 7°, 2 volte 8°, 3 volte 10°) ecc. oltre ad aver fatto IMS, J24 e più recentemente Surprise.

Ma chi è Damiano? Un professore di italiano eclettico e molto avaro ma tutti noi in coscienza non saremmo stati nulla senza quel suo FD bianco e celeste. Se mi consentite vorrei pure ringraziare veramente quel manipolo di miti genitori senza i quali non sarebbe sorto nulla. Alcuni di loro non ci sono più ma il mio ricordo resta sempre vivo e grato.laser

Ma alla fine di tutta questa miscellanea un po’ disordinata e frettolosa (potevo dedicarmi solo un paio d’ore oggi pomeriggio) cosa resta?

LA GRANDE AMICIZIA DI ALLORA CHE RIMANE ANCORA ADESSO E CHE CI HA CONSENTITO DI CRESCERE TUTTI ASSIEME CON CORAGGIO E CON SUCCESSO NELLO SPORT, E SOPRATTUTTO NELLA VITA.

 

Bari 28/1/2006

Mimmo Indellicati

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